Nell’Articolo “Alberto da Giussano e la Compagnia della morte?”(link a piè pagina) abbiamo spiegato che il tal Alberto non è mai esistito, perciò chi ha guidato al suo posto le truppe nella famosa giornata della battaglia di Legnano?
Gli storici osservando le fonti hanno individuato un certo Guido da Landriano che probabilmente fu il comandante delle truppe quel 29 maggio 1176. Ma partiamo dal principio: i Da Landriano erano una stirpe nobile con titolo di Capitanei e Guido lo troviamo nelle fonti per la prima volta nel 1159; venne preso prigioniero insieme a suo fratello Enrico dopo la disfatta delle truppe milanesi contro l’Imperatore il 15 luglio. In autunno durante l’assedio di Crema, Guido e altri prigionieri vengono appesi alle torri d’assedio per intimorire gli assediati, che non si tirano indietro e riescono a distruggere la torre, Guido ne esce miracolosamente vivo, ma pur sempre prigioniero. Nel 1162, Milano si arrende dopo un anno di assedio da parte dell’Imperatore, che acconsente a liberare una parte dei prigionieri che aveva fin dal 1159 tra cui Guido. Fra il 1162 e il 1171 la popolazione di Milano, nonostante la città sia completamente distrutta, continua a nominare consoli (sindaci) e ambasciatori; probabilmente a quel punto Guido da Landriano si era impegnato nella politica, intuizione confermata dal fatto che si trova tra i firmatari della nascita della Lega Lombarda nel 1167. Nel 1176 (anno della battaglia di Legnano) lo troviamo come console di Milano e fra i rettori della Lega. Nel 1183, il 30 aprile, a Piacenza si firma un trattato in cui si giura di mantenere la pace fra i comuni e l’impero; l’elenco dei rappresentanti cittadini è aperto da Guido. Anche la fila dei 63 ambasciatori che sfilano il 25 giugno per la pace di Costanza è aperto da Guido Da Landriano. Queste ultime due azioni mostrano che, nonostante formalmente la pace sia donata dall’Imperatore, i comuni rimarcano con la presenza di Guido la sconfitta inflitta a Legnano. Il fatto di trovarlo sempre in “prima fila” negli anni successivi allo scontro, unito all’essere console in quell’anno, fanno di lui quasi indiscutibilmente la persona che quel 29 maggio guidò le truppe comunali.
Patrick Ricetti
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